BANCHETTO PER LO STATUTO ALBERTINO

È il 1848, l’Italia si muove in fermento per l’emanazione dello Statuto Albertino e i Savoia diventano il punto di riferimento per l’auspicata unificazione nazionale. Per celebrare questo fondamentale passo e cambiamento, a Torino si svolge una straordinaria sfilata che coinvolge tutta la popolazione e che segna l’apoteosi della dinastia sabauda. Nelle settimane successive viene organizzato un banchetto, dedicato proprio a coloro che avevano guidato la memorabile giornata.

Un momento per festeggiare, dove il cibo diviene veicolo e completamento di questo spirito di condivisione. A curare e servire il menù Bernardo Trombetta, apprezzato ristoratore torinese, che pensa e propone portate sontuose e raffinate che ben si adattano alla solennità dell’avvenimento: una elegante e ricercata zuppa di testuggine per iniziare il pasto, continuato con una ricca varietà di piatti: Certosa di Selvaggina, una terrina colma di verdure e selvaggina; Punch alla romana per creare un intermezzo digestivo, ovvero un sorbetto a base di tè verde, scorze e succo di limone e arancio, zucchero bianco e acqua; Plum Pudding al Rhum, una sorta di budino all’uvetta cotto a bagnomaria; pasticcio di fegato grasso con gelatina, la corposità di una ricetta opulenta.

La carta del menù, stampata in sole 50 copie, diventa così il racconto dei piatti, eccezionalmente enunciati in lingua italiana quando ancora il francese era la lingua ufficiale della cucina in tutta Europa, ma anche dell’epoca in corso e degli accadimenti che si stanno snodando e prendendo forma. Non solo un elenco di portate, piuttosto una narrazione artistica dove a completare la parte gourmet è una articolata cornice illustrata con i principali fatti che hanno coinvolto la città di Torino e l’Italia intera. Un apparato iconografico che riesce a racchiudere il pranzo regale nel contesto storico in corso e nelle vicende che il banchetto vuole celebrare.

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