Biancomangiare
- 250 g di mandorle
- 200 g di zucchero
- 4 fogli di colla di pesce
20 minuti per la preparazione + 6 ore per il raffreddamento
Pestare molto finemente le mandorle sgusciate e spellate nel mortaio (o in alternativa servirsi del frullatore), aggiungendo, poco alla volta, un poco d’acqua.
Mescolare bene, versare il preparato in un canovaccio appoggiato su di una terrina e strizzare fortemente.
Unire all’impasto lo zucchero e i fogli di colla di pesce, prima ammorbidita in acqua calda.
Amalgamare bene e versare quindi il preparato in uno stampo rettangolare leggermente unto di burro e metterlo in frigorifero per minimo 6 ore.
Decorate con mandorle tagliate a lamelle e servire a fette.
Storie nel piatto
Il biancomangiare è stata una pietanza molto diffusa nel medioevo, la cui particolarità era quella di non avere una ricetta specifica.
In alcuni casi questo cibo, ad esempio, veniva consumato al pari di un secondo piatto, mentre in altri casi veniva consumato come dolce, ma quel che è certo è che fosse una pietanza destinata alle classi agiate i cuoi ingredienti più comuni erano solitamente latte, mandorle, riso, zucchero o petto di pollo.
La caratteristica più importante di questo piatto, infatti, derivava dal suo colore, non dal suo sapore. Per capire la particolarità di questo piatto, basti pensare che sebbene alcuni ingredienti comparissero molto spesso all’interno delle diverse ricette, non esiste un ingrediente comune a tutte le diverse versioni del biancomangiare di cui c’è giunta testimonianza. Anche sulla sua origine geografica, d’altronde, non vi è alcuna certezza: secondo alcune teorie venne inventato nell’odierna Spagna, secondo altre in Francia, mentre altre ancora ipotizzano che derivi da un piatto d’origine araba giunto in Europa durante la dominazione saracena della Spagna e della Sicilia.
Quel che è certo è che era già conosciuto in Italia nell’XI secolo, dato che viene nominato tra i piatti offerti ad un banchetto organizzato da Matilde di Canossa.
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