Involtini di melanzane
- 1 melanzana
- un Ciuffetto di prezzemolo
- un Cucchiaio di capperi
- 2 Cucchiai d’olive verdi
- pane grattugiato q.b.
- 60 g di Pecorino
- olio d’oliva q.b.
- sale q.b.
Lavate e pulite la melanzana, quindi affettatela sottilmente e disponete le fette a strati in uno scolapasta alternandole con delle spolverate di sale.
Copritele quindi con un coperchio o con un piatto e adagiatevi sopra un peso, lasciandole così per 20-30 minuti per fargli perdere i liquidi interni.
Una volta terminata l’operazione, con un foglio di carta assorbente da cucina rimuovete il sale dalle fette di melanzana e asciugatele, quindi fatele friggere, poche per volta, immerse in una padella piena d’olio bollente.
Quando saranno ben dorate da entrambi i lati, scolate le fette di melanzana con un mestolo forato e adagiatele su un piatto ricoperto di carta assorbente da cucina.
In una ciotola mescolate assieme qualche cucchiaiata di pangrattato, un filo d’olio d’oliva, i capperi e il prezzemolo tritati, le olive sminuzzate e il pecorino grattugiato.
Mescolate per bene ed utilizzate il composto così ottenuto per farcire le melanzane disponendone uno o due cucchiaini su ogni fetta prima di arrotolarle su loro stesse.
Disponete quindi gli involtini su una teglia ricoperta di carta da forno e poneteli a cuocere in forno già caldo a 180° C per una ventina di minuti.
Una volta pronti, servite gli involtini caldi o a temperatura ambiente.
Storie nel piatto
L’ulivo, assieme al grano e alla vite, fa parte della cosiddetta “triade mediterranea”, cioè di quell’insieme di coltivazioni che più hanno caratterizzato lo sviluppo delle antiche culture mediterranee, in particolar modo quella greca e quella romana.
Nonostante gli archeologi abbiano stabilito che l’ulivo sia con ogni probabilità originario dell’Asia occidentale, infatti, è stato altresì accertato che venne coltivato sulle rive del Mediterraneo, più precisamente in Siria, già più di ottomila anni fa, diffondendosi poi rapidamente in tutti i paesi limitrofi.
Ovunque l’ulivo acquisì grande importanza sia a livello pratico, per la produzione di olive ed olio, che simbolico.
In particolar modo gli antichi greci ritenevano che l’ulivo fosse in grado di conferire forza, di purificare e di portare pace e prosperità, poiché ritenevano fosse un dono divino.
Secondo la leggenda, infatti, l’albero dell’ulivo sarebbe stato donato agli uomini dalla dea Atena nell’ambito di una sfida indetta dal padre di tutti gli dei, Zeus, per stabilire a chi dovesse essere consacrata l’Antica Grecia. Con il suo dono, fautore di pace e prosperità, vinse Atena, alla quale venne intitolata la città più importante della regione: Atene.
Lo sapevate che…
l’olio d’oliva, nei tempi antichi, non era solo una risorsa alimentare, ma era usato anche come cosmetico?