Orata al cartoccio
- 800 g d’orata
- 4 cl d’olio extravergine di oliva
- 1 limone
- uno Spicchio d’aglio
- 2 Foglie di foglie di alloro
- prezzemolo q.b.
- sale e pepe q.b.
Squamate, eviscerate, lavate e asciugate il pesce. Ungete un foglio di carta vegetale o d’alluminio e disponetevi sopra il pesce dopo averlo strofinato con l’aglio precedentemente pelato.
Tritate il prezzemolo e, in una ciotolina, mescolatelo con il succo di un limone, l’olio, il sale e il pepe utilizzando una forchetta.
Cospargete il pesce con questa salsa, adagiatevi sopra le foglie di alloro e chiudete il cartoccio arrotolando la carta o l’alluminio intorno al pesco, ma lasciandola leggermente larga.
Ponete quindi il pesce a cuocere in forno già caldo a 200°C per 30 minuti circa.
Servite quindi l’orata ancora calda, portando in tavola il cartoccio ancora chiusa.
Storie nel piatto
Il limone è probabilmente originario dell’Asia, tant’è che era già conosciuto nell’odierno Pakistan oltre quattromila anni fa, da dove si diffuse in seguito nei territori del Medio Oriente. Da lì questo agrume giunse in Europa soltanto nel V secolo a.C., più precisamente in Grecia, dove era conosciuto come mela della Media, una regione occidentale dell’Iran.
Il limone era conosciuto anche dai romani che lo consideravano un frutto raro e preziosissimo, ma che impiegavano solo in campo medico, più precisamente come antidoto per i veleni, secondo quanto riportato da Virgilio, e come elemento decorativo. Il suo sapore eccessivamente aspro rispetto a quello del cedro, infatti, li portò ad ignorarne le doti gastronomiche tanto che, col tempo, se ne persero le tracce e questi ricomparsero in Europa solo nel X secolo, quando gli arabi che lo utilizzavano da secoli sia in campo gastronomico che terapeutico, lo importarono, assieme ad altri agrumi, in Spagna e in Sicilia. Fu così che il limone iniziò ad essere impiegato nella preparazione di molte ricette italiane, in particolare delle insalate e dei dolci.
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