LA CUISINE BOURGEOISE DI JEAN BAPTISE LALLEMAND

Il valore della frugalità nella tavola del Settecento.

Nel Settecento, quali oggetti si trovavano nelle cucine dei ceti benestanti? Com’era la routine quotidiana della preparazione dei cibi? Eccoci accontentati: l’incisione La cuisine bourgeoise (La cucina borghese), tratta dal dipinto, oggi conservato al Musée des Beaux-Arts de Dijon, del paesaggista Jean Baptise Lallemand, ci viene in aiuto.

L’autore

Il digionese Jean Baptise Lallemand (1716-1803) è figlio di un sarto che lo vuole avviare al suo stesso mestiere. Così il giovane Jean Baptise tiene in mano ago e filo, almeno fino al 1739, quando, per puro caso, accetta di dipingere quattro quadri per decorare la casa di campagna di un cliente e… non solo riceve un buon pagamento, ma capisce che matita e pennello sono la sua vera strada. Così, abbandona il disegno dei capi civettuoli del guardaroba settecentesco e passa alla creazione di piacevoli paesaggi e scene di genere.

Pittore e disegnatore apprezzato, dopo un soggiorno in Inghilterra e in Italia, Jean Baptise decide di stabilirsi a Parigi, dove diviene membro dell’Académie de Saint-Luc.

Il Musée des Beaux-Arts de Dijon possiede molte delle sue opere, ma tanti suoi disegni e dipinti sono presenti anche nelle collezioni del Musée Carnavalet e del Cabinet des estampes della Bibliothèque nationale, entrambi a Parigi.

L’incisore

Il parigino Pierre-François Basan (1723 – 1797) è inizialmente un incisore al bulino e un acquafortista di grande bravura, grazie anche agli studi compiuti sotto l’egida dello zio, il noto incisore Étienne Fessard, e alla collaborazione con Michel Odieuvre, che nella prima metà del Settecento è uno dei massimi editori e mercante di stampe in Europa.

Poi, allo scoccare dei 30 anni, a causa della vivacità del suo carattere e della sua incapacità di avere la pazienza e la costanza che necessitano nell’arte incisoria, Pierre-François lascia il mestiere dell’incisore per diventare mercante di stampe.

Con la società fondata insieme al genero, la Basan et Poignant, arriverà a monopolizzare il commercio delle incisioni a Parigi, poi in tutta la Francia e, quindi, in Europa, dopo aver curato i cataloghi di una serie di vendite all’asta per la successione di personaggi famosi, come il Marchese di Marigny, fratello della Marchesa di Pompadour.

Basan è editore di uno dei più bei libri figurati del XVIII secolo, Les Métamorphoses d’Ovide illustrées par Le Mire (1767-1771) e della Raccolta che porta il suo nome e riunisce le stampe di una serie di tavole in rame originali incise da Rembrandt.

A Basan si deve anche la redazione della monumentale opera Dictionnaire des graveurs anciens et modernes depuis l’origine de la gravure; avec une notice des principales estampes qu’ils ont graveés, pubblicata per la prima volta nel 1767 e rieditata nel 1789. Un must-have per i mercanti e gli esperti di libri e stampe di tutto il mondo.

L’opera

L’incisione La cuisine bourgeoise (La cucina borghese), realizzata all’acquaforte e al bulino, raffigura con dovizia di particolari e suppellettili l’interno di una cucina borghese del Settecento. Vediamo la padrona di casa, accanto al camino acceso in cui è collocata una pentola sul fuoco: la signora ha un gatto in grembo e osserva la sua bambina giocare sul pavimento. Accanto alla figlioletta, un cagnolino osserva la scena, mentre una domestica è intenta a preparare il pasto e a sbirciare, forse maliziosamente, in pieno spirito settecentesco, un garzone che s’intravede passare dall’alto finestrone della cucina. Sul tavolo da lavoro, un comune cespo di insalata.

Come si può leggere nell’iscrizione della stampa, la frugalità è il valore della nuova classe borghese, nemica dello sfarzo e dell’ostentazione a tavola. Una sobrietà che ha, nella salute, la sua miglior ricompensa.

L’opera sembra un’anticipazione del cosiddetto Piccolo Vialardi, ossia il volume Cucina borghese, semplice ed economica, pubblicato per la prima volta a Torino nel 1863 e scritto da Giovanni Vialardi, il cuoco della Real Casa Savoia.

Nel libro, che è la versione a uso borghese dell’aulico Trattato di cucina, pasticceria moderna, credenza e relativa confettureria (il Grande Vialardi) del 1854, le ricette, sane e di qualità, si presentano semplici negli ingredienti e nelle preparazioni e, soprattutto, attente alla spesa. E la donna di casa acquisisce un ruolo importante nel sovrintendere alle attività della cucina di famiglia, pur senza cucinare in prima persona perché può disporre di personale di servizio.

La signora borghese che appare in questa stampa non lo sa ancora, ma sarà proprio una delle lettrici cui il Vialardi si rivolgerà, quasi un secolo dopo, per proporre il suo “trattatello”…

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